Undicesima Tappa: investire con il pilota automatico

Ben ritrovati, oggi il viaggio riparte dal confronto tra investimenti attivi e passivi. Ma di cosa stiamo parlando? Proviamo a capirlo insieme salendo a bordo della nostra auto. Appassionati di guida, abbiamo scelto un’auto con cambio manuale, poca tecnologia e pieno controllo di ogni operazione. Semaforo rosso e mentre siamo fermi ci affianca un’auto molto diversa dalla nostra: pura tecnologia, non solo il cambio ma anche il pilota automatico. Ecco, il confronto tra investimenti attivi e passivi può partire da qui.

Un investimento passivo ha il pilota automatico: scelgo un indice, cioè un insieme di titoli di un settore o di un’area geografica da seguire, compro uno strumento che lo replica, cioè investe in quell’indice e attivo il pilota automatico senza più toccare lo sterzo. Approfondiremo più avanti come funziona questa replica e quali sono gli strumenti che permettono di raggiungere lo scopo, per il momento ci basta sapere che l’investimento passivo, proprio come il pilota automatico, segue il percorso che abbiamo scelto e cambia direzione solo per rispettare quel percorso.

E l’investimento attivo? Chi sceglie l’investimento attivo non vuole seguire l’indice, ma vuole scegliere i singoli titoli. Vi starete chiedendo: perché dovrei farlo? In questo caso l’obiettivo è di scegliere i titoli migliori, cambiare marcia un attimo prima o frenare in anticipo, cioè riuscire a battere il pilota automatico con le proprie scelte.

Qualcuno si starà chiedendo: come funzionano in concreto gli investimenti attivi e passivi? Semplice, ogni volta che, ad esempio, scegliamo di investire in una singola azione o in una obbligazione, quello è un investimento attivo, cioè siamo noi a valutare quello strumento e a preferirlo ad un altro. Torniamo ad un esempio per capire meglio. Immaginate di voler comprare un gelato. Potete sceglierne uno già confezionato, il nostro investimento passivo, oppure scegliere in vetrina i singoli gusti, cioè scegliere un investimento attivo. Nel primo caso sapete già cosa state acquistando, nel secondo, invece, siete voi ad abbinare i singoli gusti con il rischio anche di non scegliere un abbinamento perfetto.

Ecco, il rischio. Un investimento attivo ha come rischio quello di non fare la scelta giusta. Se ho 10 titoli e ne scelgo 2, non è detto che i miei titoli saranno i migliori in futuro. Mi sto quindi assumendo il rischio di quella scelta. Qualcuno starà pensando: perché dovrei rischiare se posso comprare tutti i titoli? Il primo motivo è che posso scegliere quei 2 titoli perché credo di poter guadagnare di più, perché ho valutato che tra i 10 a disposizione quei 2 sono i migliori per il futuro. Ecco, due punti importanti: alla base di un investimento attivo deve esserci sempre una valutazione; la scelta, poi, non deve basarsi sul passato ma su quello che penso che accadrà in futuro. Ci siamo detti spesso nei precedenti episodi che prevedere il futuro non è così semplice, per questo spesso si sceglie di acquistare uno strumento passivo, cioè che compri i 10 titoli senza fare una scelta. Chi ha ascoltato l’episodio della diversificazione, poi, ricorderà che se scelgo titoli che si muovono in modo diverso tra loro riesco anche ad abbassare il rischio che i miei investimenti perdano valore tutti insieme. E l’altro motivo per rischiare? Ci siamo detti che un investimento passivo segue un indice, ad esempio i titoli del settore delle auto. Se seguo quell’indice, la mia valutazione è che i titoli di quel settore saliranno. Posso però pensare che il settore non salirà ma che alcuni titoli possano fare meglio di altri e aiutarmi a diversificare il mio portafoglio. In questo caso mi prendo un rischio, quello di scegliere solo alcuni titoli, con un obiettivo ben preciso.

Prima di fermarci ad osservare il paesaggio, torniamo sul concetto della scelta. Abbiamo detto che quando scelgo un investimento attivo, scelgo i titoli in cui investire e questo comporta il rischio di aver sbagliato quella scelta. Anche se scelgo un investimento passivo, però, devo stare attento al rischio nella scelta. L’indice da seguire infatti deve essere abbastanza grande da permettermi di diversificare l’investimento. Se scelgo un solo indice e con un numero molto ridotto di titoli, il mio investimento passivo in realtà è molto simile ad un investimento attivo. Questo perché tra i tanti titoli in cui investire ne sto seguendo passivamente solo alcuni, quindi sto immaginando che proprio quei titoli vadano bene. Proprio come in un investimento attivo.

Capiremo insieme nei prossimi due episodi attraverso quali strumenti in concreto fare queste scelte. Per il momento ci basta sapere che anche per gli investimenti attivi non è necessario occuparsi in prima persona della scelta dei titoli. Ci sono strumenti, come i fondi comuni di investimento, che affidano a degli esperti la scelta dei titoli. La nostra decisione in questo caso riguarda solo l’area geografica, il settore o il mercato in cui investire.

Piccola pausa, dunque, pronti a ripartire nel prossimo episodio proprio con i fondi comuni d’investimento.


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